dischi
Newtone Records
Razzmatazz
Musiche dell’avanguardia non accademica e della tradizione popolare, scritte, raccolte e trascritte per il Quartetto Borciani
Pierluigi Castellano: Chatwin (1995)
Luigi Ceccarelli: Luce - Ombra (1989) con elettronica (1995)
Andrea Masotti: Cadmio, valzerino appenninico (1993)
Paolo Modugno – Andrea Rosano: Caucaso (1996)
Tiziano Popoli: La nave dei folli (1995/96)
Vincenzo Zitello: La via quartet (1994)
Quartetto Borciani
1997
Razzmatazz
Musiche dell’avanguardia non accademica e della tradizione popolare, scritte, raccolte e trascritte per il Quartetto Borciani
Pierluigi Castellano: Chatwin (1995)
Luigi Ceccarelli: Luce - Ombra (1989) con elettronica (1995)
Andrea Masotti: Cadmio, valzerino appenninico (1993)
Paolo Modugno – Andrea Rosano: Caucaso (1996)
Tiziano Popoli: La nave dei folli (1995/96)
Vincenzo Zitello: La via quartet (1994)
Quartetto Borciani
1997
Fy 7003 - Newtone Records
Razzmatazz è una strana parola, americana, in qualche modo legata agli albori del jazz, la cui radice e il verbo "to razz" - sfottere - e che, tutta intera, secondo un mio amico irlandese si potrebbe tradurre con "a big casino". Pare la strillassero le ballerine di charleston, ma a me piace credere che possa essere anche una parola triestina, che significhi disordine, quel disordine intenso e simpatico che hanno sempre le cose nostre, arruffate negli angoli più intimi e remoti, e che abbia il sapore - la parola - spiritoso e irridente di quella terra ed anche il suo fondo di malinconia.
Cosi le musiche contenute in questo disco non rispondo ad un programma, non cercano una coerenza di squadra, non ambiscono dimostrare nulla. Sono musiche scritte da autori cosiddetti non accademici, spaziano dalla tradizione popolare della regione appenninica delle quattro province (Cadmio) all'estremismo meccanico delle macchine, che in Luce-Ombra "suonano" con i suoni del Quartetto Borciani assieme al quartetto stesso dal vivo, attraverso suggestioni folkloriche anche esotiche (Chatwin e Caucaso), letterarie (La nave dei folli e ancora Chatwin) ed esistenziali (La via). Il medium prescelto è quello del quartetto d'archi, la formazione più dotta della musica da camera, il laboratorio delle sperimentazioni più esoteriche degli ultimi tre secoli, e la tecnica di registrazione è la più classica possibile, degna della tecnica di registrazione di un ciclo di quartetti beethoveniani.
Insomma, un bel pasticcio, di sapori antichi e popolari e di nevrosi moderne e metropolitane, della ricerca esistenziale di sé, del gusto del ricordo e della appartenenza ad una tradizione, anche la più lontana dalle nostre origini, e dell'insicurezza propria dell'uomo d'oggi, che alcuni elevano a simbolo di modernità, "letto" e accompagnato da un racconto di Dario Voltolini.
f.l.