beethoven

 

Beethoven, integrale dei quartetti

maggio-giugno 2002

Milano, Teatro Dal Verme - Como, Teatro Sociale

Quartetto Borciani



La luce annulla l’ombra


A lungo ci siamo interrogati sulla maniera di preparare i programmi di sala per questa integrale, se si dovesse fornire agli ascoltatori un approfondimento critico o se non fosse il caso di inventare qualcos’altro, una narrazione, un racconto che avesse una vita parallela alle esecuzioni musicali o altro ancora, che potesse arricchire l’esperienza viva dell’ascolto.


Certo, sui quartetti di Beethoven si è scritto molto, e da sempre. Valeva la pena di scriverne ancora? Ma non è stata questa la considerazione decisiva. Ciò che è stato decisivo, almeno per me, è il non essere riuscito a trovare un motivo, in cui credere veramente, per il quale fosse necessario farlo.


Ho l’impressione che la speculazione critica si eserciti solo a proposito della pagina scritta. Ma, mentre la parola, di per sé stessa e per il modo in cui viene usata, contiene il significato per cui è stata spesa, il segno musicale è non altro che una specie di stenografia, un codice di riferimenti convenzionali che ancora musica non è.


La parola della musica è il suono, un oggetto evanescente, immateriale, che stabilisce e risponde a regole sue proprie. Non chiede altro che di essere ascoltato. Per una volta abbiamo preferito provare a lasciarlo solo a rompere il silenzio.


Eppure, non voglio rinunciare a segnalarvi proprio alcune singole parole, scritte da Beethoven. Egli intitola La Malinconia l’introduzione all’ultimo movimento dell’Op.18.6, e raccomanda: Questo pezzo si deve trattare colla più gran delicatezza. Il secondo movimento Molto Adagio dell’Op. 59.2, recita letteralmente: Si tratta questo pezzo con molto di sentimento. L’ultima ripresa della Canzona Op.132 deve essere eseguita Con intimissimo sentimento e il primo movimento dell’Op.127, teneramente. L’immagine beethoveniana cui siamo abituati è accecante di convinzione, eroismo, aspirazione idealistica. Ma la luce annulla l’ombra. E un giudizio preventivo, dettato dall’abitudine, è, appunto, un pregiudizio.


Fulvio Luciani



programmi:


Como, Teatro Sociale, 6 maggio 2002

Milano, Teatro Dal Verme, 7 maggio 2002

Quartetto in la maggiore Op.18.5

Große Fuge, Tantôt libre, tantôt recherchée in si bemolle maggiore OP.133

- intervallo -

Allegretto in si minore, scritto per Richard Ford, a Vienna, in sua presenza il 28.XI.1817 - I esecuzione in Italia

Quartetto in mi minore Op.59.2



Como, Teatro Sociale, 13 maggio

Milano, Teatro Dal Verme, 14 maggio

Quartetto in fa maggiore Op.18.1

Quartetto in mi bemolle maggiore Op.127

  1. -intervallo -

Quartetto in do minore Op.18.4



Como, Teatro Sociale, 20 maggio

Milano, Teatro Dal Verme, 22 maggio

Quartetto in fa minore Op.95 “Serioso”

Quartetto in re maggiore Op.18.3

- intervallo -

Quartetto in si bemolle maggiore Op.130



Como, Teatro Sociale, 27 maggio

Milano, Teatro Dal Verme, 29 Maggio

Quartetto in sol maggiore Op.18.2

Quartetto in mi bemolle maggiore Op.74 “della Arpe”

- intervallo -

Quartetto in di diesis minore Op.131



Como, 29 aprile

Milano, 31 maggio

Fuga H 36, trascrizione della Fuga dell’Ouverture del Solomon di Händel

Quartetto in fa maggiore Op.59.1

- intervallo -

Quartetto in la minore Op.132



Como, Teatro Sociale, 3 giugno

Milano, Teatro Dal Verme, 4 Giugno

Quartetto in si bemolle maggiore Op.18.6

Quartetto in fa maggiore Op.135

- intervallo -

Quartetto in do maggiore Op.59.3