beethoven
Il Quartetto Borciani è stato il primo quartetto di italiani ad eseguire l’integrale dei Quartetti di Beethoven: nemmeno il Quartetto Italiano, celebre interprete beethoveniano, ha mai eseguito tutti i Quartetti nella forma di un ciclo di concerti. Il Quartetto Borciani l’ha fatto quattro volte, e una quinta era già programmata.
La prime due sono state tra il 1997 e il 1999: i concerti erano a Milano al Teatro Lirico per l’Orchestra Verdi e a Novara nella Sala del Conservatorio.
La terza e la quarta esecuzione sono state appena tre anni più tardi, nel 2002, e ancora a Milano, questa volta al Teatro Dal Verme per i Pomeriggi Musicali, e a Como al Teatro Sociale per l’Aslico.
Una quinta esecuzione avrebbe dovuto aver luogo nei Teatri delle Marche, ed era già stata annunciata dalla Amministrazione Provinciale nell’ambito del Festival Terra dei Teatri.
Ogni volta si trattò di un progetto nuovo.
Quella del 1997-99 fu la prima e forse a tutt’oggi l’unica integrale beethoveniana davvero completa - come testimoniato dal Beethoven Archiv di Bonn – avendo proposto l’esecuzione di tutte le musiche scritte da Beethoven per l’organico del quartetto d’archi: i 16 Quartetti canonici e la Große Fuge op.133, la versione per quartetto della Sonata per pianoforte op.14.1, le composizioni senza numero d’opera catalogate da Willy Hess, gli abbozzi, le trascrizioni e le prime versioni: per la prima volta fu possibile conoscere tutta insieme l’intera produzione beethoveniana, e sondare il meccanismo compositivo col confrontare le prime versioni - versioni concluse, nel caso di quello che sarà poi l’op.18.1 addirittura consegnate al dedicatario - con le versioni ultime e note. Rimase fuori solo l’Allegretto del 1817, non ancora ritrovato, incluso nelle integrali successive.
Furono 8 concerti, ognuno con una speciale appendice: il Quartetto chiese ai compositori italiani con i quali aveva collaborato in quegli anni “una breve composizione, idealmente o suggestivamente legata a Beethoven”, che in quella sede, “a mo’ di bis”, ebbe la sua prima esecuzione. A questo piccolo ciclo nel ciclo, annunciato in cartellone e chiamato “Post scriptum”, parteciparono, con composizioni scritte per questa specifica occasione, Franco Donatoni, Lorenzo Ferrero, Luca Francesconi, Alessandro Solbiati, Giovanni Sollima, Fabio Vacchi e Azio Corghi. L’ottavo bis fu Fratres di Arvo Pärt.
A quell’epoca il Quartetto Borciani registrava per Stradivarius, etichetta per cui aveva già registrato la raccolta delle composizioni senza numero d’opera; Stradivarius programmò di pubblicare l’intero ciclo. Le registrazioni dovevano avere luogo tra un concerto e l’altro e poiché l’integrale era ripartita su due stagioni i concerti erano sufficientemente distanziati. Ebbero luogo le prime due sessioni di registrazione, a Ortisei, ma il Quartetto non concesse l’autorizzazione a pubblicare quelle registrazioni e il progetto discografico si arenò.
L’interesse suscitato dalla capacità di guardare con occhi nuovi ad un un ciclo che aveva una storia concertistica lunga e illustre fin dal 1845-46, quando fu proposto per la prima volta a Londra, provocò l’invito a tenere nel 2001 l’annuale concerto commemorativo nella casa natale di Beethoven, in diretta radiofonica per la radio nazionale tedesca. In quell’occasione il Quartetto Borciani eseguì i due Preludi e Fughe, la prima versione dell’op.18.1, l’Allegretto del 1817 appena ritrovato - e fu la sua prima esecuzione in terra tedesca - e l’op.132.
Se l’integrale del 1997-97 aveva documentato l’intero corpus delle composizioni per il quartetto d’archi, quella del 2002 era invece guidata da un’idea poetica, quella di ricercare un Beethoven diverso: l’immagine beethoveniana cui siamo abituati è accecante di convinzione, eroismo, aspirazione idealistica, ma Beethoven dà, sulle partiture, indicazioni che svelano invece una fragilità umana e un desiderio di tenerezza sempre trascurati da esecutori e critica.
L’idea di ricercare questo altro Beethoven condusse ad eseguire sempre e solo bis schubertiani, il suo grande e segreto contemporaneo. L’elenco di questi bis, che pure aveva una sua logica, è perduto. Fu comunque il primo passo verso un progetto molto desiderato, quello dell’esecuzione integrale dei Quartetti schubertiani, programmata all’interno del progetto in residenza presso la Fondazione Benetton di Treviso col titolo di “La parte in ombra” e annunciata in seguito come ciclo a sé presso il Teatro Sociale di Como. Il ciclo trevigiano si interruppe dopo un anno, quello comasco fu annunciato ma non iniziò nemmeno.
Questa nuovo progetto di integrale beethoveniana fu ripartito in sei concerti; furono eseguite solo le composizione canoniche e tra quelle senza numero d’opera si scelsero solo l’Allegretto del 1817 e la trascrizione della Fuga dell’Ouverture del Solomon di Händel. Furono i primi concerti da camera nel rinnovato Teatro Dal Verme, riaperto dopo un restauro durato decenni.
Beethoven è stato sempre presente nei programmi del Quartetto Borciani, dal primo concerto a Bergamo nel 1984, quando fu eseguita l’op.135 assieme allo Schubert di “Rosamunde”, fino all’ultimo a Treviso nel 2005, quando fu la volta dell’op.132 assieme a Fragmente-Stille, an Diotima di Luigi Nono, passando per tappe particolarmente significative come il debutto negli Stati Uniti, quando l’esecuzione dell’op.132 fu salutata da una standing ovation, il concerto alla Scala, aperto dall’op.18.2 e chiuso da “Der Tod und das Mädchen” di Schubert dopo una prima assoluta di Lorenzo Ferrero, o l’invito a Bonn nel 2001 di cui si è detto.
L’elenco delle registrazioni ufficiali beethoveniane comprende il disco dedicato alle opere giovanili per Stradivarius, due registrazioni radiofoniche dal vivo dell’op.132, una per la Rai e una per la radio tedesca, e una registrazione televisiva dell’op.74 da un concerto per l’Accademia Filarmonica Romana.
Furono registrati in studio i Quartetti op.18.1, 59.2, 130 e 133 per l’integrale progettata per Stradivarius, ma non sono mai stati pubblicati. Esistono delle registrazioni delle due integrali di Milano - ognuna mancate di un concerto - e di quella di Novara, ma non sono mai state rese pubbliche.
Fu Norbert Brainin a consigliere al Quartetto di mettere in programma l’integrale beethoveniana.
Di seguito, i programmi dell’integrale del 1997-99 e di quella del 2002, coi rispettivi testi introduttivi e i testi di presentazione dei cosiddetti bis “Post scriptum” della prima.
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