concerti narrati
Un giorno, mi è sembrato naturale presentarmi con il mio violino non solo per suonare ma anche per raccontare delle storie: quelle delle musiche che avrei suonato, dei violinisti e dei violini e anche un po’ le mie: una naturale prosecuzione della mia passione, un po’ segreta, per lo scrivere.
Il primo esperimento è stato sull’Altopiano di Asiago, dove da anni tenevo un corso estivo. Si chiamò “Un racconto per violino solo”.
Sembrò una buona idea, così il Festival Ondemusicali di Iseo mi propose addirittura un ciclo di tre concerti, tutti da solo.
Lo abbiamo chiamato “Il violino e altri racconti”. I concerti li abbiamo fatti in tre luoghi e in tre orari diversi - il sistema più sicuro per confondere il pubblico, ma anche una maniera perché ognuno fosse un’esperienza del tutto diversa dagli altri -, ma nonostante questo, l’ultimo, che si concludeva a tarda notte con l’Aurora di Ysaÿe è stato il più seguito.
Poi, è stata la volta de “I segreti del bosco filarmonico”, all’Accademia Filarmonica Romana. Lì ho suonato un autografo beethoveniano - una patacca - donato da Mussolini alla Filarmonica, ”Il segreto del bosco vecchio” che Franco Piersanti ha scritto per me dalle musiche per il film di Olmi, e una breve storia del Capriccio violinistico, da Locatelli e Sivori passando per Paganini. Capite bene che di cose da dire ce n’erano.
Ora, mi sembra che qualunque programma potrebbe essere messo in scena a questo modo: scelte le musiche, le storie si fanno strada da sole, e quasi preferisco non prepararmi un percorso e lasciare che le parole vengano da sé: in fondo, si tratta della mia vita, dei pensieri che accompagnano ogni giorno e delle mie passioni.
Così, sono venuti i concerti della prima edizione di Trame Sonore a Mantova, i concerti alla Chiesa di San Nicola ad Almenno San Salvatore e al Museo del Risorgimento a Milano, e i cicli all’Auditorium di Milano “Intorno a Brahms” e “Romantico Bach”. C’è voluto del tempo a farmi aprir bocca, ce ne vorrà anche per zittirmi.